OPERAZIONE "CHIRONE” - I nomi

OPERAZIONE "CHIRONE”  - I nomi

 

AGGIORNAMENTO ORE 14:56
I nomi

TRIPODI Girolamo Giuseppe Fabiano, 1981 Gioia Tauro (RC) 

ARCIERI Giancarlo, 1961 Lamezia Terme (CZ) 

BARILLARO Salvatore,  1961,  Reggio Calabria

CERNUTO Antonino, inteso "Nino",  1961 Gioia Tauro  

CERNUTO Giuseppe,  1991 Gioia Tauro 

COCO Antonino, 1950, Oppido Mamertina

CUZZOCREA Santo, 1961  Melito di Porto Salvo 

FIUMANO Giuseppe,  1951 Reggio Calabria

FORTE Domenico Salvatore, 1952 Reggio Calabria ;

GALESO Giuseppe, 1941 Gioia Tauro ;

LAFACE Francesca Grazia, 1961 Taurianova;

MADAFFARI Antonino,  1984 Gioia Tauro 

MAD AFFARI Franco, inteso "capretta", 1957  Gioia Tauro ;

MAMONE Pasquale,  1954,Villa San Giovanni 

RIEFOLO Federico,  1990 Gioia Tauro;

RIEFOLO Mario Vincenzo Antonio, 1960, Gioia Tauro; 

ROMEO Giuseppe Antonio, 1955  Rosarno;

TAVERNA Martino, 1976 Gioia Tauro 


Aggiornamento ore 11.30

Il 23 marzo 2021, il ROS - col supporto in fase esecutiva dei Comandi Provinciali Carabinieri di Reggo Calabria, Catanzaro e Bologna - ha dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa di misure cautelari emessa dal Tribunale di Reggio Calabria, su richiesta della locale Procura della Repubblica - Direzione Distrettuale Antimafia, diretta dal Dr. Giovanni BOMBARDIERI.

I provvedimenti hanno raggiunto 14 soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione di tipo mafioso, associazione per delinquere finalizzata alla commissione di numerose corruzioni, trasferimento fraudolento di valori, traffico di influenze illecite in concorso, tutti aggravati dal metodo mafioso.

Le indagini, coordinate dal Procuratore Aggiunto dott. Gaetano Paci e dal Sost. Procuratore dott.ssa Giulia Pantano ,  si sono concluse nel 2018, in epoca antecedente alla pandemia,   e si sono concentrate sull’ASP di Reggio Calabria la cui competenza si estende sull’intera provincia amministrativa suddivisa nei distretti sanitari di Reggio Calabria, Tirrenico e Ionico ed il cui funzionamento è stato alterato dai condizionamenti mafiosi, da parte della cosca “Piromalli”, la quale aveva il controllo fattuale di tale settore tramite la famiglia Tripodi di Gioia Tauro.

Le investigazioni hanno consentito di documentare gli assetti organizzativi della cosca “PIROMALLI” (ramo facente capo a PIROMALLI Giuseppe, cl. 45) nell’ambito della quale hanno assunto posizione di particolare rilievo i medici TRIPODI Giuseppantanio e Francesco Michele, quest’ultimo genero del decano Piromalli Girolamo inteso “ Don Mommo” classe 1918. I due fratelli recentemente deceduti (nel 2018), nonché il figlio di Francesco Michele, Fabiano, sono tutti medici. I primi due, nel tempo, hanno ricoperto vari incarichi nelle Aziende Sanitarie di Reggio Calabria, Gioia Tauro, Palmi (RC) e Tropea (VV), mentre TRIPODI Fabiano è risultato figura di riferimento degli assetti societari operanti nel settore sanitario della MINERVA srl, MCT Distribution & Service srl e LEWIS MEDICAL srl.

Gli interessati, forti delle posizioni ricoperte nel tempo nel comparto sanitario regionale e avvalendosi della capacità intimidatoria derivante dall’appartenenza alla cosca “PIROMALLI”, hanno compromesso il sistema gestionale dei Distretti sanitari dell’ASP di Reggio Calabria, acquisendo in tale ambito una posizione dominante. Al riguardo, è emerso come, tra le altre, siano state alterate le procedure di nomina dell’attuale Direttore del Distretto Tirrenico dell’ASP di Reggio Calabria, dott. BARILLARO Salvatore, la cui nomina fu frutto di precisa volontà dei Tripodi, cosa che ha permesso loro di controllare quel distretto sanitario, sia per le forniture di dispositivi medici, che per influenzare i trasferimenti del personale.

Infatti, attraverso l’azienda “M.C.T.”, riconducibile al sodalizio, e alla Lewis Medica, che faceva da “schermo”, essendo aggiudicatrice di appalti di fornitura presso l’ASP di Reggio Calabria, la cosca riusciva ad ottenere gli ordinativi per la fornitura dei materiali medicali presso i presidi dell’Asp di Reggio Calabria, in particolare presso gli ospedali di Gioia Tauro, Polistena, Locri e presso l’A.O. del capoluogo. I proventi di dette forniture venivano ripartiti, tra la M.C.T. di Gioia Tauro e la Lewis Medica di Lamezia Terme nella misura del 50% (il tutto al fine di eludere le disposizioni in materia di prevenzione patrimoniali, ragione per la quale sono oggetto di sequestro preventivo).

Le predette aziende riuscivano ad accaparrarsi le forniture di prodotti medicali negli ospedali e poliambulatori reggini, sia ricorrendo a procedure di affidamento diretto[1], sia attraverso un collaudato sistema di corruttela del personale medico e paramedico, deputato ad eseguire la richiesta di approvvigionamento; venivano, infatti, registrati diversi episodi di corruzione, che riguardavano oltre a regalie di diverso genere, l’elargizione di contributi legati a percentuali su commesse garantite alle ditte, che variavano dal 2,5 al 5% a seconda del prodotto e dell’ordine effettuato.

Inoltre è stato documentato come l’organizzazione godeva di una via preferenziale per le liquidazioni dei mandati di pagamento in favore del laboratorio clinico MINERVA srl, di Gioia Tauro, convenzionato con il SSN e direttamente riconducibile ai TRIPODI.

L’indagine ha permesso di dimostrare come i soci della M.C.T., erano pienamente consapevoli di quali fossero i contatti “mafiosi” a cui potevano rivolgersi al fine di  ottenere le aggiudicazioni delle forniture, dimostrando così la loro piena intraneità ai sodalizi criminali della piana di Gioia Tauro, tanto che alcuni dei soci occulti, erano in grado di interloquire con esponenti di vertice delle altre cosche.

L’odierna inchiesta offre uno spaccato puntuale anche sugli attuali rapporti esistenti tra mafiosi appartenenti a diverse articolazioni di ‘ndrangheta del “MANDAMENTO TIRRENICO”; infatti sotto il profilo associativo sono emerse sinergie criminali e imprenditoriali nel settore sanitario con la cosca “MOLÈ” i cui esponenti figuravano, unitamente a quelli dei “PIROMALLI”, nell’assetto societario della MCT Distribution & Service srl.; inoltre sempre nella stessa ottica è emerso come il rappresentante della Lewis Medica, Arcieri Giancarlo, fosse in rapporti con la cosca “Pesce” di Rosarno, come documentato dalle intercettazioni registrate.

L’indagine, ancora, ha permesso di confermare la necessità del reciproco riconoscimento tra cosche, infatti è stato documentato come i soci della MCT, per “lavorare” all’interno del nosocomio di Polistena, hanno dovuto necessariamente “interloquire” con esponenti mafiosi locali.

 

I Tripodi, quindi, costituivano i principali interlocutori della cosca PIROMALLI nei rapporti con il sodalizio dei MANCUSO, operante nella Provincia di Vibo Valentia. Al riguardo è stato registrato come TRIPODI Giuseppantonio più volte si è recato presso l’abitazione di  MANCUSO Domenico, inteso “MICO NINJA”, nonché luogo di abituale dimora di suo fratello MANCUSO Antonio.

I Tripodi, inoltre, per il principio della solidarietà mafiosa, provvedevano al sostentamento delle famiglie degli appartenenti alla cosca; infatti si occupavano della cura del nucleo familiare del defunto ALBANESE Rocco cl. 63 inteso “PURVIREDDA” deceduto il 14.03.2005 a seguito di agguato mafioso, quest’ultimo già autista e uomo di fiducia di PIROMALLI Giuseppe cl.’21 inteso “DON PEPPINO”.

Nella contestualità dell’operazione è stato eseguito un decreto di sequestro preventivo di beni mobili, immobili e rapporti bancari, emesso dal Tribunale di Reggio Calabria, nei confronti del “CENTRO ANALISI MINERVA” in Gioia Tauro, della M.C.T. DISTRIBUTION & SERVICE S.R.L.” e della “LEWIS MEDICA S.R.L.” per un ammontare complessivo del sequestro pari a circa 8 milioni di Euro.

I risultati conseguiti con gli odierni provvedimenti sono frutto di una prolungata manovra investigativa avviata dal Raggruppamento Operativo Speciale Carabinieri, finalizzata a individuare infiltrazioni e condizionamenti della pubblica amministrazione, del mercato delle imprese, delle filiere economiche e dei settori ad alta remuneratività, già concretizzatasi con l’esecuzione di provvedimenti restrittivi nell’ambito delle indagini MAESTRO, ‘NDRANGHETA BANKING, REALE, MEDITERRANEO, SANSONE, MAMMASANTISSIMA, MANDAMENTO e PROVVIDENZA, tutte dirette e coordinate dalla Procura della Repubblica - Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria.

 

[1]       Facendo leva sull’asserita infungibilità dei prodotti medicali forniti che, ai sensi dell’art. 63 d. Lgs. 50/2016 (Codice dei Contratti Pubblici).

 

 

ore 8.43

Dalle prime ore di oggi il ROS - col supporto in fase esecutiva dei comandi provinciali carabinieri di Reggo Calabria, Catanzaro e Bologna – sta eseguendo un’ordinanza applicativa di misure cautelari emessa dal tribunale di Reggio Calabria, su richiesta della locale procura della repubblica - direzione distrettuale antimafia, diretta dal dott. Giovanni Bombardieri.

I provvedimenti hanno raggiunto 14 soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione di tipo mafioso, associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, corruzione, trasferimento fraudolento di valori, traffico di influenze illecite in concorso, tutti aggravati dal metodo mafioso.

Le indagini - concluse nel 2018, in epoca antecedente alla pandemia - si sono concentrate sull’ASP di Reggio Calabria la cui competenza si estende sull’intera provincia amministrativa suddivisa nei distretti sanitari di Reggio Calabria, tirrenico e ionico ed il cui funzionamento è stato alterato dai condizionamenti mafiosi.

I dettagli dell’operazione saranno illustrati nel corso della conferenza stampa che si terrà sulla piattaforma teams alle ore 10.30, alla quale partecipà il procuratore della repubblica di reggio calabria, dr. Giovanni Bombardieri, il procuratore aggiunto dr. Gaetano Paci, il comandante del ros Gen. D. Pasquale angelosanto, il comandante provinciale carabinieri di Reggio Calabria Col. Marco Guerrini e il comandante del i reparto investigativo del ROS Col. Fabio Bottino.

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